La ripartenza del modello Riace vede alcune iniziative nate durante l'estate del 2022, tra cui il Corridoio di Amicizia Kabul/Roma/Riace. 

Introduzione

La Comunità di Base di San Paolo di Roma, cresciuta intorno alla vicenda dell’abate dom Giovanni Franzoni, è da più di 10 anni impegnata nel sostegno agli esuli afghani attraverso iniziative di solidarietà e di controinformazione. Una goccia nel mare rispetto a quello che si è sempre pensato andrebbe fatto!

Per questo, gli eventi dell’agosto 2021 con il ritorno del regime talebano e il completo (annunciato) fallimento e ritiro della coalizione NATO hanno sollecitato la nostra comunità ad agire con maggior incisività.

Si è quindi lanciato il progetto “KABUL-ROMA-RIACE: un corridoio di Amicizia” con l’obiettivo di far fuggire dall’Afghanistan delle famiglie perseguitate dal regime e in grave pericolo di vita.

A questa azione – indipendente dai corridoi umanitari ufficiali gestiti dal Governo italiano e da associazioni laiche ed ecclesiali di rilevanza nazionale – hanno contribuito tante associazioni e singoli che hanno garantito il loro sostegno costituendo una piccola (ma efficace) rete di realtà di base.

Un contributo altamente significativo e fondamentale al progetto ci è stato altresì fornito dalla rinascita dell’esperienza di accoglienza offerta da Riace.

Grazie ad un rapporto di fiducia e collaborazione continua con Mimmo Lucano e con chi collabora al rilancio del progetto Riace, in questi ultimi mesi ben 4 famiglie afghane sono state accolte. Quasi ogni giorno da queste famiglie giungono alla nostra comunità messaggi, foto e video che testimoniano la felicità per aver ricevuto una così calorosa accoglienza oltre che, naturalmente, l’enorme sollievo e gioia per essere sfuggiti alla persecuzione ed aver salvato la vita dei loro meravigliosi bambini.

Nel mese di agosto, insieme ad altri membri della comunità, ci siamo recati a Riace ed abbiamo potuto constatare come l’accoglienza ricevuta da queste persone è stata determinante a ridimensionare i traumi subiti causati dall’avvento del regime talebano e dalle relative conseguenze: la persecuzione, il nascondimento e la necessaria fuga dal Paese.

Durante la serata dedicata al progetto “Un corridoio di amicizia” – Kabul-Roma-Riace, hanno preso la parola due bambini afghani che con il loro intervento hanno testimoniato la drammatica esperienza di fuga, ma anche parole di speranza per il loro futuro a Riace (leggi in italiano e in farsi).

Hanno trovato una casa 4 famiglie con bambini. Le stesse sono state inserite in attività lavorative nei laboratori di artigianato che sono stati riaperti, anche grazie al contributo e all’impegno di alcuni residenti. La forza del “Modello Riace” ci è sembrata proprio l’osmosi fra i migranti e i Riacesi. Il paese si è riempito di bambini e bambine di età e nazionalità diverse, che con le loro famiglie, danno vita e speranza alla popolazione del borgo antico, purtroppo sempre a rischio di graduale spopolamento e abbandono. Contemporaneamente alla riapertura dei laboratori, sono da subito iniziati:

  • corsi di alfabetizzazione per tutte le fasce di età
  • asilo per bambini e bambine della prima infanzia
  • mensa sociale garantita giornalmente
  • istituzione di borse-lavoro
  • messa a disposizione di spazi per la produzione artistica
  • riapertura del banco alimentare per le famiglie indigenti
  • mediazione culturale e linguistica
  • apertura di un ambulatorio medico gratuito
  • campagna della raccolta delle olive con il coinvolgimento di almeno 20 persone tra riacesi e immigrati
  • riapertura del frantoio della Cooperativa “Città futura” e relativa vendita dell’olio prodotto
  • riapertura della fattoria sociale

La costruzione di un luogo di accoglienza non è un’esperienza che si può limitare a essere raccontata, ma è un’azione fattiva ed efficace se può contare sulla forza e sulla determinazione di uomini e donne coraggiosi. Tale forza l’abbiamo percepita in modo chiaro in Mimmo Lucano, che ancora una volta non si è tirato indietro, ma ha voluto sostenere un’esperienza di base, priva di appoggi, sicuramente marginale nel panorama delle organizzazioni e ONG italiane che si occupano di migranti.

La testimonianza di una bambina ospite per alcuni mesi con la sua famiglia in una delle case del borgo documenta che è praticabile la via dell’ospitalità e non del rifiuto o dell’allontanamento.

Aynaz interviene durante la rassegna CINEMA SOTTO LE STELLE ad agosto 2022 e poi scrive a Mimmo e a tutte le persone che hanno aiutato lei e la sua famiglia dalla Germania a febbraio 2023.


Un sogno realizzabile

di Bagher Rahati


Il testo integrale dell’intervento di Aynaz Haidari (12 anni)

Vorrei presentarmi, Sono Aynaz Haidari, ho 12 anni. 
Voglio parlare oggi di alcuni dei fatti che ho visto con i miei occhi di bambina Afgana, Hazara e Sciita.

Il 15 agosto, quando i Talebani occuparono Kabul, il popolo Hazara tremava di paura, tutti erano scioccati e confusi e non sapevano cosa dovevano fare.  Abbiamo visto che c’erano persone che fuggivano verso le montagne. C’erano delle folle molto spaventate che correvano verso l’aeroporto.  Alcuni fuggivano in auto verso il confine per andare all’estero. 

Guardando il volto di tutti, si poteva vedere chiaramente l’immagine e l’ombra della morte. Le loro labbra erano secche, pallide e livide, e tutti erano scioccati, confusi e spaventati. Alcuni cercavano di nascondersi nel bunker e nel sottosuolo della loro casa, ma non sapevano che l’ex presidente Afghano Ashraf Ghani aveva venduto il paese ai talebani.

Da quel momento ci siamo resi conto che ci aspettavano giorni neri e bui, che la vita sarebbe diventata difficile per tutti, e addirittura impossibile per il popolo afghano, per le donne e le ragazze. Quando incontravi la gente, tutti ti dicevano di non uscire dalle case e, se costretta ad uscire, di indossare il Burqa. Io ero confusa e mi chiedevo: i talebani sono così selvaggi e crudeli da non permettere alle loro donne e ragazze di uscire? Le donne costituiscono la metà della popolazione totale.

La loro madre non è una donna?  
La loro sorella non è una donna?
La loro moglie non è una donna?
La loro figlia non è una donna?

Ma sono così barbari e crudeli da disprezzare e negare il diritto delle loro madri e figlie? Purtroppo i Talebani sono cosi.

È giusto che dica anche un po’ della condizione degli uomini sotto il regime dei Talebani. Gli uomini sono costretti a tenere i capelli e la barba lunghi.  E nessuno può ascoltare la musica neanche sul cellulare o in automobile.

Ancora una volta, mi sono domandata perché, invece di rendere obbligatorie queste cose, non garantiscono la sicurezza?  

Avrete sentito parlare della scuola di Abdalrahim Shaheed, la più grande scuola nella parte occidentale di Kabul.  La scuola ha più di 26.000 studenti, il giorno in cui sono stati mandati i Kamikaze, più di 100 studenti sono stati uccisi e feriti, tutti bambini, studenti come me. Non so esattamente quanti siano stati uccisi, perché oggi i media non sono autorizzati a pubblicare le notizie che vanno contro l’interesse dei Talebani.  Nell’attacco alla scuola di Sayyid al-Shuhada, c’erano ragazze.  Quali sono i peccati delle ragazze? Perché odiano così tanto le ragazze? Le ragazze non hanno fatto niente di male, perché non ci lasciano studiare? Tutte le vittime erano ragazze Hazara.

La situazione del popolo Hazara è molto deplorevole e tragica, non ha nessun sostenitore e nessun riparo. Questo è il motivo per cui siamo scappati dalla nostra patria e arrivati nella vostra patria, e siamo stati accolti con gentilezza e sentimenti umanitari.  Grazie mille a tutti.

I talebani sono un gruppo razzista, crudele e spietato. Non hanno pietà per nessuno. Oltre l’etnia pashtun non vogliono nessuno in Afghanistan. E il loro slogan principale è molto chiaro: i Tagiki in Tagikistan, gli Uzbeki in Uzbekistan, gli Indiani in India e gli Hazara al cimitero. Vuol dire che sono da sterminare.

La mia domanda è questa. È giusto che gli Hazara meritano la morte e lo sterminio? soltanto perché sono Hazara? Perché si negano i nostri diritti in ogni periodo, in ogni governo? Perché sempre il maggior numero di vittime sono del popolo Hazara? Ma essere Hazara è un crimine?

I Talebani non hanno pietà neanche verso i bambini Hazara.  

Avete sentito il nome di Shukriyah Tabassom. I Talebani l’hanno presa in ostaggio con la sua famiglia mentre viaggiavano da Zabul verso a Ghazni e poi le hanno legato le mani e tagliato la gola.  Era una bambina, aveva meno di 10 anni.

L’anno scorso, ad agosto 2021, c’è stata un’esplosione all’aeroporto tra la folla che era arrivata per fuggire dall’Afghanistan. Durante l’evacuazione, ero presente lì anche io con la mia famiglia per paura dei talebani. È stata una scena davvero dolorosa e orribile. In un colpo d’occhio, le genti sono state fatte a pezzi. È stata una scena tragica. Ho visto bambini che piangevano e urlavano e gridavano i nomi dei loro genitori. Ma non c’erano risposte. Si erano persi i genitori o forse erano stati uccisi.

Lì ho visto una mamma che piangeva e gridava alla ricerca dei suoi bambini e correva qua e là.  Ho visto una mamma con tre ragazze e un bambino di un anno o due, colpito a una mano e perdeva sangue.   Anche la sua testa era ferita.  Le sue altre due sorelle avevano sangue su tutto il corpo.  In quel momento un’esplosione, come un forte terremoto ha scosso tutte l’aeroporto.  Il fumo dell’esplosione era come gas lacrimogeni, che bruciavano gli occhi e il viso, e l’esplosione è avvenuta esattamente alle 3 del pomeriggio.  Alcuni fuggivano e se ne andavano via.  Ma noi siamo rimasti lì fino alle 23:00.  Le forze statunitensi non hanno permesso a nessuno di muoversi. I cellulari non funzionavano. Nessuno poteva chiamare i propri parenti. Quando la situazione è diventata più tranquilla, hanno ordinato a tutti di andare a casa. Alcune persone l’hanno fatto. Anche noi siamo tornati verso la città.  Eravamo a metà strada e c’è stata di nuovo un’esplosione, e penso che altri siano stati uccisi e feriti.  Ma l’esplosione non era così forte.  
Il giorno dopo le forze statunitensi hanno mandato via chi era rimasto.

Ho molti brutti ricordi dei giorni di Kabul. Un giorno, in un checkpoint dei talebani, una ragazza che stava ritornando dal matrimonio di una sua amica è stata fatta scendere dall’auto: è stata uccisa, solo perché era truccata. Un’altra esplosione è avvenuta al corso di Kowsar Danesh.  I Talebani hanno mandato un Kamikaze su quel corso perché era frequentato da studenti. Molti dei nostri compagni di classe sono stati uccisi.  Una di loro era la sorella di una mia compagna di classe. Si chiamava Malika. Era stata ferita alla testa. Aveva perso tanto sangue. In condizioni critiche in ospedale per tre giorni, alla fine è volata al cielo.

Malika aveva tanti desideri e aspirazioni grandi e aveva promesso a suo padre che sarebbe stato orgoglioso di lei in futuro.  Malika aveva soltanto 19 anni, era una ragazza molto intelligente e studiosa.

Ho anche io i miei sogni e i miei desidèri, e uno dei miei sogni è quello di poter andare a scuola e studiare, e voglio essere una persona di carattere come Domenico Lucano, che è la persona più generosa e utile che ho conosciuto, e voglio essere una persona buona come lui. Sono due mesi che sono qui a Riace. Anche se ancora non comprendo bene la lingua italiana, un giorno ho visto un libro nelle mani di qualcuno che parlava di lui, ed ero curiosa di sapere di chi fosse Domenico Lucano. 

Sono andata a casa, ho preso il cellulare di mio padre e ho cercato su Internet Mimmo Lucano, e ho visto che tutte le persone ne parlavano, e molte persone desideravano vederlo almeno una volta.  Sì, lui è un uomo grandioso, una persona gentile e con un grande cuore, e gli auguro salute e longevità dal profondo del mio cuore. E mi accorgo quanto sono fortunata ad avere conosciuto lui da vicino.  So per certo che tutti gli amici che sono venuti qui sono persone fantastiche, ma purtroppo non conosco tutti ancora, spero saremo buoni amici l’uno per l’altro.

Un’ultima parola.

Come ragazza Hazara, studentessa ed essere umano, vi prego di accogliermi in modo che io e persone come me possiamo continuare i nostri studi e vivere come esseri umani. E chiedo anche alle istituzioni e agli individui di aiutarci a realizzare i nostri sogni.

Sinceramente

Aynaz Haidari

Riace 20 agosto 2022